Sono oggi riconosciuti i rischi per la salute dell’uomo derivanti dall’esposizione alle radiazioni ultraviolette (UV), in particolare è accertata l’ associazione tra esposizione a radiazioni UV e neoplasie cutanee. Le occasioni di esposizione professionale alle radiazioni UV sono molteplici.
Le più autorevoli organizzazioni internazionali (ICNIRP, ILO, WHO) e nazionali (Istituto Superiore di Sanità) preposte alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e gli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale concordano nel considerare la radiazione ultravioletta solare un rischio di natura professionale per tutti i lavoratori che svolgono la loro attività all’aperto (lavoratori outdoor), da valutare e prevenire alla stregua di tutti gli altri rischi (chimici, fisici, biologici) presenti nell’ambiente di lavoro.
E’ importante però sottolineare che oltre al sole ci sono anche una grande varietà di sorgenti artificiali di radiazioni UV impiegate per scopi diversi nell’industria. Il rischio da radiazioni UV generate da sorgenti artificiali rappresenta un tema di stringente attualità anche a seguito della vigente normativa (Capo V del Titolo VIII del D. Lgs n.81/2008) riguardante la protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a tutte le radiazioni ottiche artificiali (ROA). La prevalenza degli esposti indoor non è così elevata come per i lavoratori outdoor, ma l’intensità dell’esposizione può anche essere molto alta.
Le Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) occupano quella regione dello spettro elettromagnetico non ancora ionizzante di più alta energia; in questa regione spettrale l’energia della radiazione è tale da passare dagli effetti termici,caratteristici delle radiofrequenze e delle microonde, a quelli fotochimici e ionizzanti, come nel caso della radiazioneultravioletta, mantenendo una scarsa capacità di penetrazione nella materia biologica; questa caratteristica fa sì che siano gli occhi e la pelle gli organi bersaglio da salvaguardare dall’esposizione professionale alla radiazioneottica sia essa di origine “artificiale”, come nel caso specifico delle ROA trattate nel Capo V, che di origine “naturale”; in quest’ultimo caso, a cui non si applica il Capo V, la valutazione del rischio di esposizione a radiazionesolare dei lavoratori, in quelle occupazioni tipiche outdoor, deve comunque essere effettuata ai sensi dell’art28 del D.Lgs. 81/08.
Il nostro staff dispone delle conoscenze teoriche e pratiche per effettuare rilevazioni in ottemperanza alle disposizioni vigenti ed a coadiuvare il datore di lavoro nella stesura del documento di valutazioni dei rischi e nella scelta delle eventuali azioni correttive da intraprendere per la corretta prevenzione degli stessi.